Torino, Teatro Regio, Donizetti, DON PASQUALE
"(ad) Alessandro De Marchi... vero asso musicale nella manica di questa ripresa di Don Pasquale, si deve una direzione all’insegna della freschezza e dell’eleganza, dalle dinamiche accurate e in punta di penna. Lo si percepisce nei temi che nella Ouverture anticipano alcuni momenti famosi dell’opera, nei tempi serrati ma anche nel respiro delicatissimo degli ensemble..." (Alessandro Mormile, Connessi all'Opera)
"Punto di forza autentico, indispensabile trait d’union tra voci e scena è la direzione d’orchestra di Alessandro De Marchi, che sfodera dai musicisti del Regio un suono brillante, un timbro sapido e calibrato, un fraseggio croccante, un dinamismo che non concede tregua e momenti di stanca. Siamo di fronte a un maestro vecchia scuola, nel senso più nobile del termine, alieno da personalismi e formatosi sul repertorio barocco in grado di fornire gli strumenti per affrontare al meglio anche le generazioni romantiche e le successive." (Antonio Ponti, L'Ape musicale)
"Il tutto è guidato con mano sicura e impeccabile gusto da Alessandro De Marchi. Il direttore... ha la capacità – anche con un’orchestra moderna – di ottenere un suono stilisticamente informato. I ritmi sono brillanti ma mai forzati, il suono leggero, arioso, sembra respirare con i cantanti; gli interventi solisti sono cesellati con cura. Il risultato è una lettura leggera e vivace, in cui la melonconia è alleggerita da un sorriso e l’ironia si addolcisce di una delicata umanità... l’andamento danzate di molti momenti della partitura che qui è reso in modo magistrale con un uso sapiente dei rubati e una naturale predilezione per l’abbandono melodico." (Andrea Macchia, GBOPERA)
Istanbul Opera, Rossini, Maometto II
"l'Opera di Stato di Istanbul sceglie di affidare da direzione all'ottima la bacchetta di Alessandro De Marchi che si distingue per eleganza del suono, per fraseggio e dinamiche orchestrali, e che trova l'apice nei concertati d'insieme..." (Bettina Dietrich, L'Opera international magazine)
Innsbrucker Festwochen der Alten Musik, Carl Heinrich Graun, Silla
"Mit großer Kompetenz leitet Alessandro De Marchi das Innsbrucker Festwochenorchester..." (Peter Sommeregger, Klassik begeistert)
"La concertazione della produzione è affidata ad Alessandro De Marchi che si muove con agio nei meandri della scrittura tardo barocca di Graun: il direttore conosce a menadito il linguaggio musicale europeo di quel periodo e lo dimostra imprimendo alla lettura una sensibilità del tutto particolare, corroborata da una musicalità assai efficace." (Francesco Bertini, Connessi all'Opera)
Rouen, ChapelleCorneille, Graun, Gluck
"De Marchi fait vivre cette musique en insufflant une belle énergie à ses troupes... De Marchi donne quant a lui
beaucoup de vigueur avec ses attaques franches, tout du long." (Florent Coudeyrat, ConcertoNet.com)
PASQUINI, L’Idalma, overo Chi la dura la vince
"Das international zusammengesetzte Innsbrucker Festwochenorchester beweist einmal mehr seinen Rang als Wundertüten-Klangkörper der Alten Musik. Schließlich ist es das Orchester und die vielen als Continuo eingesetzten Instrumente, die unter der Leitung von Alessandro De Marchi der Aufführung ihre Würze und Prosecco-blubberndes Moussieren garantieren." (Ingobert Waltenberger, Online Merker)
Ferdinando PAËR, Leonora
"De Marchi is splendid at conveying the painterly qualities found in Paër’s orchestration yet he produces enough punch to vividly project the dramatic outbursts." (Len Mullenger, MusicWeb International)
"Alessandro De Marchi leitet das Innsbrucker Festwochenorchester mit dramatischem Feuer..." (Ekkehard Pluta, Klassik Heute)
Domenico CIMAROSA, Il Matrimonio Segreto
"Grandios wie es Alessandro De Marchi und der Academia Montis Regalis hier gelingt einen spannungsgeladenen Klangteppich zu entfalten." (Sven Godenrath, Ihr Opernratgeber)
"Alessandro De Marchi paces the dramatic action very well indeed while leaving space for those glorious little comedy inflections..." (Len Mullenger, MusicWeb International)
Beethovenfest 2021
"Dramatische Wucht entwickelte das flämische B'Rock Orchestra unter Alessandro De Marchi in den Symphonien Nr. 2 und Nr. 5." (Deutsche Welle)
CD LEOPOLD MOZART: MISSA SOLEMNIS
"Des pages d'intense communion entre les solistes, qu'ils soient vocaux ou instrumentaux, découpent les épisodes du chœur. Une Messe habitée par une virtuosité décomplexée et servie par un Alessandro De Marchi qui laisse planer un grand vent de liberté dans ce rituel liturgique." (Hervé Mestron, ResMusica)
..."Die Bayerische Kammerphilharmonie unter der Leitung von Alessandro De Marchi, einer Autorität in der Interpretation Alter Musik, führt all ihre Spielfreude, ihr Können und Leidenschaft ins Treffen, um den heutigen Hörer zu erreichen und zu faszinieren." (Ingobert Waltenberger, Online Merker)
Venezia - Teatro La Fenice, ANTONIO VIVALDI, Juditha Triumphans
…"Alla testa di un’orchestra in stato di grazia Alessandro De Marchi offre della partitura una lettura lucidamente analitica, volta a porne in luce tutte le soluzioni armoniche e contrappuntistiche che la contraddistinguono come una sorta di unicum nel catalogo vivaldiano. Ritmi serrati, a tratti convulsi, si aprono in squarci lirici nei quali le dinamiche stringenti lasciano il posto a morbidezze inaspettate." (operaclick)
"...Alessandro de Marchi, impegnato da anni al festival di musica antica di Innsbruck, è una autorità con pochi rivali. Già la scelta della sinfonia per supplire alla lacuna dell’autografo ha indicato un raffinato gusto del maestro, dimostrato anche dal ruolo di spicco del violino solista e dalle preziose cadenze del cembalo. Notevole iI movimento staccato a cui si sovrappone una melodia immacolata fino all’ascesa drammatica che porta al coro iniziale (in partitura) con trilli di trombe e esplosione sonora tale da imitare la metaforica banda dei giannizzeri…" (il trillo parlante)
Sinfoniekonzert der Barocktage, Theater Münster, Rameau
"...Wunderbar, wie Gastdirigent Alessandro De Marchi diese Stimmungen und Empfindungen mit dem Sinfonieorchester Münster herausgearbeitet hat. Und mit welcher Präzision das Ensemble da auftrumpfen konnte…" (Christoph Schulte im Walde, Westfälische Nachrichten)
Récital Franco Fagioli - Ambronay
"...L’Accademia Montis Regalis, que dirige Alessandro de Marchi, également au clavecin, est en parfaite osmose avec cette démarche. Loin de tout clinquant, sans recherche du son brillant, mais avec un sens aigu de la belle ouvrage et de l’équilibre des timbres, les instrumentistes font émerger peu à peu la musique du silence…" (Fabrice Malkani, ForumOpera)
Porpora, Fagioli/Academia Montis Regalis/De Marchi (Naive)
"...There’s terrific playing, too, from the Academia Montis Regalis under Alessandro de Marchi…" (Tim Ashley, The Guardian)
"...Fantastically supported by the stylish, unfailingly lovely playing of Academia Montis Regalis and the passionate but period-appropriate leadership of Alessandro De Marchi…" (Voix des Arts)
RIVALS. I RIVALI DI FARINELLI, DAVID HANSEN, ACADEMIA MONTIS REGALIS – TEATRO VERDI DI PORDENONE
"... in questo emozionante viaggio nella vocalità barocca, l’Accademia Montis Regalis, compagine di straordinari strumentisti che, sotto la guida al cembalo di Alessandro De Marchi, diviene sontuoso deuteragonista. Alla Montis Regalis va ascritta un’intrigante modernità della prassi esecutiva, rigorosa ed al contempo ricca di fantasia, nella quale più che il bel suono, fine a se stesso, prevale l’estrema varietà dei piani sonori e delle dinamiche... Hansen, De Marchi e l’Accademia guidano l’ascoltatore in viaggio sonoro nel quale la voce rivaleggia con gli strumenti solistici, ora a distanza ora in competizione diretta." (Alessandro Cammarano, OperaClick)
"... con il grande controtenore David Hansen, in un concerto dedicato all’epoca del famoso Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi, alias Farinelli, ed i suoi contemporanei, e grazie all’accompagnamento del meraviglioso ensemble Academia Montis Regalis, abbiamo potuto ascoltare una selezione delle arie più celebri del repertorio operistico barocco, alternate all’esecuzione di quattro concerti di Antonio Vivaldi, per un susseguirsi di emozioni sempre crescenti.
Lo splendido suono degli strumenti d’epoca e soprattutto la perizia tecnica degli esecutori hanno reso possibile riascoltare un repertorio fin troppo spesso trascurato dai grandi enti musicali e che invece a nostro avviso sarebbe capace di infiammare le platee esattamente come faceva tra seicento e settecento.
Se il Concerto in sol maggiore RV 151 "Alla rustica" per archi e continuo di Vivaldi, con i suoi nemmeno cinque minuti di durata complessiva, ha costituito una specie di intro perfettamente studiato per trasportarci alle suggestioni della serata, è stato subito una sferzata di energia il Concerto in do maggiore RV 443 per flautino archi e continuo, ove il suono del piccolo strumento ipnotizza quasi l’ascoltatore, tale è la difficoltà esecutiva del pezzo, capace di evocare immagini fiabesche di tempi arcaici, passando dall’Allegro al Largo, per poi sfociare in uno sfavillante e mozzafiato Allegro molto. Così si sono susseguiti anche il Concerto in sol maggiore RV 149 per archi e continuo ed il Concerto in do minore RV 401 per violoncello, archi e continuo, sempre eseguiti con la stessa perfezione e gran classe, grazie alla direzione sicura e fortemente ispirata del direttore principale, il Maestro Alessandro De Marchi. Il suono è limpido, precisi sono gli attacchi, pulite risultano le sonorità che danno così vita a ricchezza espressiva ed armonia generale." (Maria Teresa Giovagnoli, MTG Lirica)
"Memorabile serata quella che il 18 dicembre ha visto, sul palco del Teatro G. Verdi di Pordenone, il controtenore David Hansen e una delle formazioni italiane più importanti nel panorama del repertorio sei-settecentesco, l’Academia Montis Regalis diretta da Alessandro De Marchi. Il concerto promuove Rivals. Arias for Farinelli & Co., ultima fatica dell’artista australiano dedicata a Farinelli e altri castrati, quali Gaetano Majorana, Antonio Maria Bernacchi, Giovanni Carestini e Domenico Tempesti. Essi erano vere e proprie idolatrate superstar, le Lady Gaga del diciottesimo secolo, capricciose, lussuriose e stravaganti, che, stando alle cronache, con le loro prodezze vocali mandavano letteralmente in visibilio il pubblico, delirante al grido di “Evviva il coltellino!”. Eternamente in competizione, non solo con i loro antagonisti, ma anche con le primedonne, furono in totoespressione di un’epoca in cui lo stupor, la variatio, l’eccesso, l’affannosa lotta contro l’horror vacui divennero i pilastri portanti della cultura e della società barocca." (Luca Benvenuti, Teatrionline)
Torino, Teatro Regio, Händel, Giulio Cesare
"De Marchi magnificently conducts Giulio Cesare with an ace cast in Turin. This production was musically splendid... Alessandro De Marchi is an expert of Baroque repertoire. He conducted with full control of the orchestra pit and of the performers on stage, as displayed by the particularly outstanding choruses in the opening of the first act (“Viva, viva il nostro Alcide!), in the end of the third (“Ritorni omai nel nostro core”) and in Cleopatra’s epiphany with the resembles of Virtue in “V’adoro, pupille”. The Orchestra del Teatro Regio played competently, incisive and producing a clear sound." (bachtrack)
"Ottima la direzione di Alessandro De Marchi." (Attilio Piovano, Il Corriere Musicale)
La Fenice, Venezia, Rossini, La scala di seta
"... Alessandro De Marchi... si cimenta col repertorio, a dir così, moderno. Concerta con minuzia infinita e gusto preclaro; dirige da vero professionista e con un gesto di esemplare signorilità, atto al pochissimo moto superfluo e invece a comunicare all’orchestra ogni necessario ordine. Speriamo di trovarcelo di fronte in altre circostanze e non solo a Venezia.” (Paolo Isotta, Corriere della Sera)
"A capo di un’orchestra - quella della Fenice un po’ alleggerita – mostratasi duttile e precisa, Alessandro De Marchi ha compiuto un’impresa non facile: esaltarne tutte le buone qualità, farla dialogare a perfezione con i cantanti, trovare sempre il colore ed il tono giusto, donando il massimo rilievo ad ogni pagina della partitura ad iniziare dal una perfetta Sinfonia. Detto in altre parole, è riuscito a consegnare un Rossini musicalmente ineccepibile, sempre vario nell’espressione, pieno di fantasia e di arguzia, giocando con gli interpreti mentre gli strumenti ricamano il canto delle meravigliose trovate rossiniane." (Gilberto Mion, Teatro.org)
"... Compatta e duttile l’Orchestra del Teatro, diretta da Alessandro De Marchi, abile concertatore e bravo nel valorizzare i crescendo e la parola cantata, con una varietà infinita di sfumature del suono..." (Corriere del Veneto)
Teatro Regio, Torino, Rossini, Il barbiere di Siviglia
"Gli elementi di novità vengono dalla direzione di Alessandro Marchi... Fin dalle prime battute dell’ouverture, sviscerata in ogni dettaglio, perfettamente calibrata e pulsante, cogliamo il rapporto fra Rossini e il sinfonismo tedesco e come non mai è valorizzata la maestria della scrittura orchestrale rossiniana in contrappunto alle voci. Una direzione che alla mera brillantezza di suono preferisce sottolineare, non senza disincanto, il perfetto meccanismo teatrale insito nella musica e la trama orchestrale assurge un ruolo di primo piano con il suo ritmo mutevole e incalzante colto in ogni sfumatura ed è portatrice di senso ai fini della drammaturgia." (Ilaria Bellini, Teatro.org)
"Alessandro De Marchi, interprete di riferimento del repertorio barocco, dirige un Barbiere pieno di fascino. È un Barbiere perfetto per le sincronia dei ritmi. Giusti, mai affrettati, neppure nei momenti più vorticosi, come la Stretta del Finale del I Atto o quella del Quintetto del II Atto. È un Barbiere incantevole per la ricercata eleganza delle dinamiche, per il cesello delle sfumature, con una ricchezza di dettagli che esalta gli accompagnamenti e, nel rapporto sincero con il canto, li rende ancora più saporosi ed efficaci. È un Barbiere leggero, ironico, disincantato, gelido quel tanto che basta, come conviene alla musica di Rossini, un Rossini ripulito da ogni turgore, da ogni incrostazione romantica. È un gioiello fin dalla brillante Sinfonia, ha il passo che si richiede per un commedia crudele, un congegno ad orologeria, che De Marchi fa funzionare meravigliosamente assecondato con efficacia dalle Masse artistiche del Regio." (Giancarlo Landini, Operaclick.com)
Innsbruck, Festwochen, Mozart, La clemenza di Tito
"... Alessandro de Marchi, aux commandes du Festival et de ce Mozart, a opté pour une version de l’œuvre qui sort des sentiers battus. Et, surtout, qu’il signe avec son équipe une réalisation musicale assez aboutie, qu’on sera heureux de retrouver au disque ... Sa direction musicale est vigoureuse dans les moments les plus martiaux, mais elle sait aussi se faire dramatique dans les passages qui le requièrent." (La Libre.be)
"Einnehmend dabei das Orchester der Academia Montis Regalis: kraftvoll schon in der Ouvertüre, auf seinen Originalinstrumenten jederzeit klanglich differenziert, von prächtig barock bis lyrisch schlank. Mit angespitzten Tempi und Klangkonturen verlieh De Marchi der Aufführung einen Drive, der die Opera seria zu einer energiegeladenen Angelegenheit werden ließ. Spielerisch-elegant, ja geradezu einlullend die Rezitative, die ungewöhnlicherweise durchgängig von Violoncello und Kontrabass begleitet wurden. Nie hat man das Gefühl, ein Rezitativ oder ein Ensemble würde auseinanderbrechen." (Armin Sattler, ORF)
"Alessandro De Marchi animiert die Mitglieder der Academia Montis Regalis zu frischem, nuanciertem, unterhaltsamem Musizieren." (Stefan Ender, DER STANDARD)
Oper Köln, Donizetti, Anna Bolena
"... dem Gürzenich-Orchester Köln unter der Leitung von Alessandro De Marchi, der eindrucksvoll unter Beweis stellt, dass er nicht nur ein Spezialist für Barockmusik ist, die unterschiedlichen Klangfarben der Partitur differenziert herausarbeitet und dabei stets darauf achtet, die Sänger nicht zu überdecken... "(Thomas Molke, Online musik Magazine)
"... die Musiker des Gürzenich-Orchester... ordnen sich Meister Alessandro De Marchi unter, arbeiten ihm unermüdlich und hoch konzentriert zu und gelangen so zu ungeahnten Leistungen. Mit grazilen, fein ziselierten Anweisungen führt der Barock-Experte „sein“ Orchester behutsam durch die Feinheiten der Partitur, ohne auch nur einen Augenblick die Einsätze von Chor oder Sängern außer Acht zu lassen. De Marchi eröffnet leichter Hand, behutsam und unglaublich bewusst neue Klangwelten längst vergangener Zeiten." (Opernnetz )
"Au pupitre du Gürzenich-Orchester nous trouvons cette fois un chef plus connu pour ses interprétations de musique baroque, Alessandro De Marchi. Et en effet, son interprétation respire un air de classicisme : des tempi généralement allants, peu de rubato et quasiment pas de coupures... on ne peut qu’admirer la tension que de Marchi crée tout au long de la soirée. Les trois heures quinze de musique se passent ainsi sans un seul temps mort. Y a-t-il une louange plus forte pour une production d’opéra ?" (Andreas Laska, ResMusica)
Niedersächsisches Staatsorchester Hannover, Beethoven
"... demonstrierte in der Staatsoper Alessandro De Marchi mit dem Niedersächsischen Staatsorchester Hannover seine Sicht auf Beethoven... Mit klarem Strich, mit punktgenauem Paukenschlag und eher kernig eingesetzten Bläsern erzielt de Marchi erstaunliche Wirkungen. Da staut sich zwar nichts bei der Leonoren-Ouvertüre Nr. 3, da dräut kein Schicksal, aber wenn der Erlösungsjubel ansteht, dann zündet das trockene Pulver. Das war knackig. ... mit Beethovens 8. Sinfonie... De Marchi hält das mechanistische Räderwerk am Laufen und bringt die Musik dennoch zum Pulsieren. Das hat Witz, Charme und Übersicht. Mag Beethovens 7. Sinfonie... als „Apotheose des Tanzes“ gelten, seine 8. Sinfonie wäre dann ein Aphorismus über den Rhythmus. Zumindest wenn sie so geistreich präsentiert wird." (Rainer Wagner, Hannoversche Allgemeine)
Weihnachtsoratorium, John Neumeier Ballett Hamburg, Theater an der Wien, Hamburgische Staatsoper
"… Der Barock-Spezialist Alessandro De Marchi leitete die Wiener Symphoniker mit einem erfrischenden Bach und extremen Tempi…" Verena Franke, Wiener Zeitung
"...Die musikalische Qualität der Ballett-Aufführung nimmt unter den Hamburger Weihnachtsoratorien seit 2007 unbestreitbar die Spitzenposition ein. Alessandro De Marchi leitet eine feine Auswahl aus Opernchor (einstudiert von Eberhard Friedrich) und Hamburger Philharmonikern, die seine vom Tanzgeschehen geforderten ekstatischen, teils rasanten Tempi mit bravouröser Präzision meisterten…" (Hans-Juergen Fink, Hamburger Abendblatt)
Der ausgewiesene Barockspezialist Alessandro De Marchi dirigierte die Philharmoniker und den Staatsopernchor mit viel Einfühlungsvermögen. (Die Welt)
"… Alessandro De Marchi am Pult sorgt gekonnt dafür, dass die Philharmoniker die für sie ungewohnte Musik mit Verve und sehr hohem Tempo zelebrieren…" (Tanznetz.de)
"… Auch der Dirigent Alessandro De Marchi schlug mit den Hamburger Philharmonikern an der Premiere genuin tänzerische Tempi an…"
(Martina Wohlthat, Neuer Zürcher Zeitung)
GLUCK, Iphigénie en Aulide, Theater an der Wien
"...die Wiener Symphoniker, historisch informiert und temperamentvoll angeleitet von Alessandro De Marchi, die rhetorischen Ausrufezeichen und überhaupt die intensiven Affekte der Gluckschen Musik herausprozessierten, die Härten nicht abmilderten und die schlichten Klarheiten in ihrer klassizistischen Schönheit ausstellten, plädierten sie dafür, das Stichwort vom "Shakespeare der Musik" ganz und gar positiv zu nehmen." (Frieder Reininghaus, Deutschland Radio)
“Alessandro De Marchi führt die Wiener Symphoniker und den Schoenberg Chor souverän. Glucks “französische” Melodik, seine vibrierenden Rhythmen, seine raffinierten Farben blühten effektvoll auf.” (Karlheinz Roschitz, Kronen Zeitung Gesamt)
“Flott gestaltete der Experte für alte Musik Alessandro De Marchi sein Dirigat. In symphonisch moderner Besetzung, führte er die Wiener Symphoniker an die Gluck’sche Opernreform heran. Ein eigenwilliger Gegentrend, halten gerade jetzt diverse Originalklangenensembles in anderen heimischen Opernhäusern Einzug.”(Daniel Wagner, Wiener Zeitung)
Innsbrucker Festwochen, La Stellidaura vendicante
"The festival’s artistic director, Alessandro De Marchi, conducted the Academia Montis Regalis in a vibrant performance that reflected the variety of the music with a wide array of instrumental sonorities." (George Loomis, New York Times)
"Festwochen-Chef Alessandro De Marchi lässt mit seiner Academia Montis Regalis ein wahres Feuerwerk an Farben und Effekten explodieren... Man spürt in jedem Augenblick, wie durchdacht alles ist und wie intensiv hier gearbeitet wurde." (Jörn Florian Fuchs, Deutschlandfunk)
"... depuis son clavecin, De Marchi, en osmose avec la scène, dirige brillamment cette partition qu’il a réorchestrée et dont il maîtrise les multiples écueils. Il met en valeur les couleurs instrumentales de l’orchestre baroque et sait ménager le suspense jusqu’au bout. Son enthousiasme et son rayonnement maintiennent une parfaite cohésion entre les chanteurs et l’orchestre." (Elisabeth Bouillon, Forum Opera)
"Dass heute bei alten Opern nur mehr sängerisches Personal mit Know-How Am Sing-Werk ist, ist so selbstverständlich wie die Tatsache, dass die Dirigenten ihre Partituren selbst einrichten. Alessandro De Marchi hat das mit Wissen und Umsicht getan. Er leitet die Aufführung vom Cembalo aus mit vielen überraschen den dynamischen Einfällen und Tempovarianten." (KlassikInfo.de)
"Von De Marchi und der farbreich agierenden Academia Montis Regalis bestens unterstützt, wird bei ihr besonders sinnfällig, wie virtuos Provenzale seine Musik, in ständigem Fluss zwischen Arioso und Rezitativ, aus dem Text und damit der Gefühlswelt der Figuren entwickelt..." (Walter Weidringer, Die Presse)
"Alessandro De Marchi arbeitet mit der Academia Montis Regalis die Klangvielfalt der Partitur differenziert heraus und rundet den Abend zu einem großen, ungewöhnlichen Erlebnis ab." (Thomas Molke, OnlineMusikMagazin)
DVD Monteverdi, L’incoronazione di Poppea Oslo, Norwegian National Opera
“l’edizione approntata da Alessandro De Marchi ... Tesissima, incalzante, scabra come ruvida roccia, asciutta e tagliente in un proliferare di ritmi e d’armonie la cui perenne mutevolezza esalta ogni infinitesima sfumatura testuale nel mentre si riflette in gesti perfettamente conseguenti..” (Classic Voice, 5 stelle)
Hamburg, Hamburgische Staatsoper, Iphigénie en Tauride
“Der Barockspezialist Alessandro De Marchi beweist am Premierenabend einmal mehr, dass er als Klangmagier verzaubern kann. Mit den Philharmonikern verarbeitet er die harmonischen Raffinessen der Partitur zu einem ausbalancierten Musikerlebnis. Klarheit und Schnörkellosigkeit zugunsten einer neuen klassischen Ästhetik, die ohne barocke Opulenz auskommt – eines der Reformbestreben Glucks.” ( Michaela Pfisterer, Financial Times Deutschland)
“Musikalisch ist diese “Iphigénie” über weite Strecken eine Offenbarung. Alessandro De Marchi, in Hamburg als Barockspezialist gefeiert und der einschlägig weitergebildeten Barock-Crew der Philharmoniker bestens bekannt (zuletzt aus John Neumeiers “Weihnachtsoratorium”), zaubert aus Glucks Partitur einen wundervoll schlanken und transparenten Klang, der aber auch die Gefühlsstürme und die barbarischen Tanzeinlagen der Skythen mit viel Blech und Schlagwerk zum Scheppern und Glänzen bringt.” (Hamburger Abendblatt)
"...Vorbildlich, wie schön ausbalanciert, wie flexibel und intelligent das Staatsorchester auf De Marchis Impulse reagiert, wie es die so wichtigen Details in dieser scheinbar unspektakulären, aber eben durch ihre dramaturgische Klarheit zur empfindungsvollen Größe sich steigernden Partitur auszuloten vermag”. (Manuel Brug, Die Welt)
"Welch furiose Wirkung von der 1779 in Paris angetretenen »Iphigénie« ausgehen kann, Dirigent Alessandro De Marchi, Chéreau-Schüler Philippe Calvario und ein fulminantes Ensemble führen es vor. De Marchi, eher stiller Originalklang-Matador, der in Hamburg »Poppea« und »Giulio Cesare« glänzen ließ, steigt von der Bühne hinunter zum Pult des 40-köpfigen »historisch« musizierenden Opernorchesters und führt es zum spannungsvollen Vollzug des musikalischen Dramas: vibratolos, akzentreich, bei aller Wucht der Einfachheit rhetorisch flexibel, leicht." (Wolfgang Schreiber, Süddeutsche Zeitung)
"Es war eine sehr wichtige Premiere für die Hamburgische Staatsoper und eine Repertoirebereicherung ohnegleichen. Christoph Willibald Glucks Meisterwerk gehört zu den abwechslungsreichsten, stringentesten und sowohl musikalisch als auch szenisch spannendsten Opern überhaupt und ist das wichtige Bindeglied zwischen der Barockoper und dem klassischen Schaffen Mozarts und Beethovens.… Die Hamburger Premierenbesetzung hat dabei die Messlatte sehr hoch gelegt. In der Titelpartie steuerte Krassimira Stoyanova einen sicheren Sopran durch die anspruchsvollen und zahlreichen Noten, durch Pianissimi ebenso wie durch nahezu veristische Ausbrüche, dass es eine Wonne war, diesem dynamischen und hoch gespannten Drahtseilakt voll beispielgebender, nie versiegender Intonationsreinheit zuzuhören.… Da müssen auch Oreste und Pylades Handlungsbedarf erkannt haben, denn beide spielten sich als Hassende und Liebende »einen regelrechten Wolf«, was enormen Effekt machte im Zusammenhang ihrer jeweiligen stimmlichen Möglichkeiten … Toby Spencer als Tenor mit Taminostrahl und grandios servierter Bravourarie. … Entsprechend groß war der Jubel und der lang anhaltende Beifall, die das speziell zusammengestellte und im Graben hochgefahrene Philharmonische Staatsorchester unter dem an der Elbe sehr beliebten Alessandro De Marchi vorbehaltlos einschlossen." (Michael Lehnert, Das Opernglas)
"Glänzend disponiert das auf Parketthöhe platzierte Orchester unter Leitung des bisweilen die Aufführung tanzenden Alessandro De Marchi: fließende Tempi, fein ausgeformte lyrische Phrasierungen, energisch eruptive Ausbrüche beim Chor der Skythen mit ihrem exotischen Instrumentarium. Jubel für das musikalische Team." (Jürgen Kesting, Opernwelt)
Innsbruck, Innsbrucker Festwochen, Giovanni Battista Pergolesi L’Olimpiade
“..... Mr. De Marchi could hardly ask for a more auspicious beginning of his festival leadership. The musical variety and style he brought to the performance, coupled with first-rate playing from Academia Montis Regalis, held longueurs to a minimum. There were very few audience defectors during the long evening, and when the performance ended around midnight the performers were greeted with loud cheers.” (George Loomis, The New York Times)
Torino Lingotto, Pergolesi, L’Olimpiade
“....il vero asso nella manica di questa esecuzione è nella bacchetta di Alessandro De Marchi, alla testa di un’orchestra di strumenti originali, l’apprezzatissima Academia Montis Regalis, che suona magnificamente, con quella timbratura anticata morbida ma mai artatamente costruita, affidandosi alla naturalezza dell’involo melodico e alla ricercatezza con cui De Marchi ricama lo strumentale. Subito all’ascolto della Sinfonia, si comprende come la bacchetta del direttore italiano, ormai “barocchista” di fama mondiale, seguendo tempi serrati ma mai nervosamente fine a se stessi, sappia far fraseggiare al meglio un’orchestra che nelle pagine più distese regala momenti di vera emozione. Lo dimostrano le poche battute che introducono al clima pastorale della siciliana di Argene ”O care selve! Oh cara”, nostalgicamente adagiata sul melodizzare di archi che vibrano di un calore reso memore di quella grande tradizione strumentale italiana barocca esaltata da orchestra e direttore come meglio non si potrebbe immaginare.” (Alessandro Mormile, L’Opera)
“Eccellente l’esecuzione musicale: Alessandro De Marchi dirige l’Academia Montis Regalis con passione e senso del teatro, offrendo una lettura estremamente viva e frastagliata. Ad esempio nelle sue mani la splendida aria “Mentre dormi, Amor fomenti” è un momento di magica sospensione....” (Riccardo Cenci, Italia Sera)
Jesi, Festival Pergolesi, Pergolesi, L’Olimpiade
"Pour cette Olimpiade reprise du spectacle de 2002, le Festival Pergolesi avait mis les petits plats dans les grands en confiant la réalisation musicale à Alessandro de Marchi... L’entente entre le chef et les musiciens – on est tenté d’écrire les solistes tant ils sont impeccables et fascinants dans la précision et la subtilité de leur jeu – relève d’une évidente connivence. La direction du premier, aussi continuiste au clavecin, est sobre jusqu’au minimalisme, soulignant à peine les effets à obtenir, et par ailleurs d’une attention aux chanteurs infaillible." (Maurice Salles, Forum Opera)
"A capo dell’eccellente “Academia Montis Regalis” Alessandro De Marchi ha offerto una lettura limpida e teatralissima, nel riuscire a infondere in ognuna delle numerosissime arie un elemento che la distinguesse dalle altre, dall’agogica forte-piano degli archi, allo squillo degli ottoni, ai tempi rapinosi ma sempre nel perfetto equilibrio delle varie sezioni." (Domenico Ciccone, Opera Click)
Hamburg, Hamburgische Staatsoper, Telemann, Flavius Bertaridus
“Am Pult der Philarmoniker steht der Italiener Alessandro De Marchi. Ein Barock-Spezialist. Mit ruhigen, ausladenden Handbewegungen dirigiert er das um einige alte Instrumente ergänzte Orchester, entlockt ihm einen satten, barocken Klang voller Elan und Finesse......” (Jörg Armbrüster, NDR)
"Maestro Alessandro De Marchi... leitete die Hamburg-Premiere hochsensibel und voller Klangfantasie. Manche Passagen, etwa die instrumentale Zwischenmusik am Ende kurz vor der erneuten Inthronisierung des geretteten Flavius Bertaridus klang so quecksilbrig schillernd, wie man Telemann nur selten zu hören bekommt." (Helmut Peters, Die Welt)
"Wie farbenfroh, nuancenreich und differenziert Telemann komponieren konnte, bringt Alesandro De Marchi eindrucksvoll zur Geltung. Der italienische Dirigent unterstrich mit einem in jeder Sekunde präzisen, mit der Bühne atmendem und alle Facetten der Partitur detailliert nachzeichnendem Dirigat seinen Ruf als ausgewiesener Spezialist für die Musik des frühen 18. Jahrhunderts." (Christian Schütte, Opernnetz)
“...was De Marchi mit seiner graziös-reduzierten Zeichengebung aus den Philharmonikern "... "herausholt, ist fantastisch."…"Seine Fassung im Stil der Zeit gibt der Aufführung Spannung und Seele"…"Das geteilte Continuo - ein Cembalo spielt De Marchi selbst - begleitet die Rezitative innig musikalisch" (Tom R. Schulz, Hamburger Abendblatt)
Komische Oper Berlin, Händel, Theseus
"Eine Musik vom Feinsten indes bis ins stürmische Unisono beschert das Orchester der Komischen Oper Berlin mit historischen Zusatzinstrumenten unter der empfindsamen Leitung von Alessandro de Marchi." (Sybill Mahlke, Tagesspiegel)
Oslo, Den Norske Opera, Il ritorno d’Ulisse in Patria
“Under Alessandro De Marchi’s playful leadership they performed with such a crisply resonant dance tone that at times it had a feel of Latin American rhythm and swinging hips.” (Vart land newspaper)
"(ad) Alessandro De Marchi... vero asso musicale nella manica di questa ripresa di Don Pasquale, si deve una direzione all’insegna della freschezza e dell’eleganza, dalle dinamiche accurate e in punta di penna. Lo si percepisce nei temi che nella Ouverture anticipano alcuni momenti famosi dell’opera, nei tempi serrati ma anche nel respiro delicatissimo degli ensemble..." (Alessandro Mormile, Connessi all'Opera)
"Punto di forza autentico, indispensabile trait d’union tra voci e scena è la direzione d’orchestra di Alessandro De Marchi, che sfodera dai musicisti del Regio un suono brillante, un timbro sapido e calibrato, un fraseggio croccante, un dinamismo che non concede tregua e momenti di stanca. Siamo di fronte a un maestro vecchia scuola, nel senso più nobile del termine, alieno da personalismi e formatosi sul repertorio barocco in grado di fornire gli strumenti per affrontare al meglio anche le generazioni romantiche e le successive." (Antonio Ponti, L'Ape musicale)
"Il tutto è guidato con mano sicura e impeccabile gusto da Alessandro De Marchi. Il direttore... ha la capacità – anche con un’orchestra moderna – di ottenere un suono stilisticamente informato. I ritmi sono brillanti ma mai forzati, il suono leggero, arioso, sembra respirare con i cantanti; gli interventi solisti sono cesellati con cura. Il risultato è una lettura leggera e vivace, in cui la melonconia è alleggerita da un sorriso e l’ironia si addolcisce di una delicata umanità... l’andamento danzate di molti momenti della partitura che qui è reso in modo magistrale con un uso sapiente dei rubati e una naturale predilezione per l’abbandono melodico." (Andrea Macchia, GBOPERA)
Istanbul Opera, Rossini, Maometto II
"l'Opera di Stato di Istanbul sceglie di affidare da direzione all'ottima la bacchetta di Alessandro De Marchi che si distingue per eleganza del suono, per fraseggio e dinamiche orchestrali, e che trova l'apice nei concertati d'insieme..." (Bettina Dietrich, L'Opera international magazine)
Innsbrucker Festwochen der Alten Musik, Carl Heinrich Graun, Silla
"Mit großer Kompetenz leitet Alessandro De Marchi das Innsbrucker Festwochenorchester..." (Peter Sommeregger, Klassik begeistert)
"La concertazione della produzione è affidata ad Alessandro De Marchi che si muove con agio nei meandri della scrittura tardo barocca di Graun: il direttore conosce a menadito il linguaggio musicale europeo di quel periodo e lo dimostra imprimendo alla lettura una sensibilità del tutto particolare, corroborata da una musicalità assai efficace." (Francesco Bertini, Connessi all'Opera)
Rouen, ChapelleCorneille, Graun, Gluck
"De Marchi fait vivre cette musique en insufflant une belle énergie à ses troupes... De Marchi donne quant a lui
beaucoup de vigueur avec ses attaques franches, tout du long." (Florent Coudeyrat, ConcertoNet.com)
PASQUINI, L’Idalma, overo Chi la dura la vince
"Das international zusammengesetzte Innsbrucker Festwochenorchester beweist einmal mehr seinen Rang als Wundertüten-Klangkörper der Alten Musik. Schließlich ist es das Orchester und die vielen als Continuo eingesetzten Instrumente, die unter der Leitung von Alessandro De Marchi der Aufführung ihre Würze und Prosecco-blubberndes Moussieren garantieren." (Ingobert Waltenberger, Online Merker)
Ferdinando PAËR, Leonora
"De Marchi is splendid at conveying the painterly qualities found in Paër’s orchestration yet he produces enough punch to vividly project the dramatic outbursts." (Len Mullenger, MusicWeb International)
"Alessandro De Marchi leitet das Innsbrucker Festwochenorchester mit dramatischem Feuer..." (Ekkehard Pluta, Klassik Heute)
Domenico CIMAROSA, Il Matrimonio Segreto
"Grandios wie es Alessandro De Marchi und der Academia Montis Regalis hier gelingt einen spannungsgeladenen Klangteppich zu entfalten." (Sven Godenrath, Ihr Opernratgeber)
"Alessandro De Marchi paces the dramatic action very well indeed while leaving space for those glorious little comedy inflections..." (Len Mullenger, MusicWeb International)
Beethovenfest 2021
"Dramatische Wucht entwickelte das flämische B'Rock Orchestra unter Alessandro De Marchi in den Symphonien Nr. 2 und Nr. 5." (Deutsche Welle)
CD LEOPOLD MOZART: MISSA SOLEMNIS
"Des pages d'intense communion entre les solistes, qu'ils soient vocaux ou instrumentaux, découpent les épisodes du chœur. Une Messe habitée par une virtuosité décomplexée et servie par un Alessandro De Marchi qui laisse planer un grand vent de liberté dans ce rituel liturgique." (Hervé Mestron, ResMusica)
..."Die Bayerische Kammerphilharmonie unter der Leitung von Alessandro De Marchi, einer Autorität in der Interpretation Alter Musik, führt all ihre Spielfreude, ihr Können und Leidenschaft ins Treffen, um den heutigen Hörer zu erreichen und zu faszinieren." (Ingobert Waltenberger, Online Merker)
Venezia - Teatro La Fenice, ANTONIO VIVALDI, Juditha Triumphans
…"Alla testa di un’orchestra in stato di grazia Alessandro De Marchi offre della partitura una lettura lucidamente analitica, volta a porne in luce tutte le soluzioni armoniche e contrappuntistiche che la contraddistinguono come una sorta di unicum nel catalogo vivaldiano. Ritmi serrati, a tratti convulsi, si aprono in squarci lirici nei quali le dinamiche stringenti lasciano il posto a morbidezze inaspettate." (operaclick)
"...Alessandro de Marchi, impegnato da anni al festival di musica antica di Innsbruck, è una autorità con pochi rivali. Già la scelta della sinfonia per supplire alla lacuna dell’autografo ha indicato un raffinato gusto del maestro, dimostrato anche dal ruolo di spicco del violino solista e dalle preziose cadenze del cembalo. Notevole iI movimento staccato a cui si sovrappone una melodia immacolata fino all’ascesa drammatica che porta al coro iniziale (in partitura) con trilli di trombe e esplosione sonora tale da imitare la metaforica banda dei giannizzeri…" (il trillo parlante)
Sinfoniekonzert der Barocktage, Theater Münster, Rameau
"...Wunderbar, wie Gastdirigent Alessandro De Marchi diese Stimmungen und Empfindungen mit dem Sinfonieorchester Münster herausgearbeitet hat. Und mit welcher Präzision das Ensemble da auftrumpfen konnte…" (Christoph Schulte im Walde, Westfälische Nachrichten)
Récital Franco Fagioli - Ambronay
"...L’Accademia Montis Regalis, que dirige Alessandro de Marchi, également au clavecin, est en parfaite osmose avec cette démarche. Loin de tout clinquant, sans recherche du son brillant, mais avec un sens aigu de la belle ouvrage et de l’équilibre des timbres, les instrumentistes font émerger peu à peu la musique du silence…" (Fabrice Malkani, ForumOpera)
Porpora, Fagioli/Academia Montis Regalis/De Marchi (Naive)
"...There’s terrific playing, too, from the Academia Montis Regalis under Alessandro de Marchi…" (Tim Ashley, The Guardian)
"...Fantastically supported by the stylish, unfailingly lovely playing of Academia Montis Regalis and the passionate but period-appropriate leadership of Alessandro De Marchi…" (Voix des Arts)
RIVALS. I RIVALI DI FARINELLI, DAVID HANSEN, ACADEMIA MONTIS REGALIS – TEATRO VERDI DI PORDENONE
"... in questo emozionante viaggio nella vocalità barocca, l’Accademia Montis Regalis, compagine di straordinari strumentisti che, sotto la guida al cembalo di Alessandro De Marchi, diviene sontuoso deuteragonista. Alla Montis Regalis va ascritta un’intrigante modernità della prassi esecutiva, rigorosa ed al contempo ricca di fantasia, nella quale più che il bel suono, fine a se stesso, prevale l’estrema varietà dei piani sonori e delle dinamiche... Hansen, De Marchi e l’Accademia guidano l’ascoltatore in viaggio sonoro nel quale la voce rivaleggia con gli strumenti solistici, ora a distanza ora in competizione diretta." (Alessandro Cammarano, OperaClick)
"... con il grande controtenore David Hansen, in un concerto dedicato all’epoca del famoso Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi, alias Farinelli, ed i suoi contemporanei, e grazie all’accompagnamento del meraviglioso ensemble Academia Montis Regalis, abbiamo potuto ascoltare una selezione delle arie più celebri del repertorio operistico barocco, alternate all’esecuzione di quattro concerti di Antonio Vivaldi, per un susseguirsi di emozioni sempre crescenti.
Lo splendido suono degli strumenti d’epoca e soprattutto la perizia tecnica degli esecutori hanno reso possibile riascoltare un repertorio fin troppo spesso trascurato dai grandi enti musicali e che invece a nostro avviso sarebbe capace di infiammare le platee esattamente come faceva tra seicento e settecento.
Se il Concerto in sol maggiore RV 151 "Alla rustica" per archi e continuo di Vivaldi, con i suoi nemmeno cinque minuti di durata complessiva, ha costituito una specie di intro perfettamente studiato per trasportarci alle suggestioni della serata, è stato subito una sferzata di energia il Concerto in do maggiore RV 443 per flautino archi e continuo, ove il suono del piccolo strumento ipnotizza quasi l’ascoltatore, tale è la difficoltà esecutiva del pezzo, capace di evocare immagini fiabesche di tempi arcaici, passando dall’Allegro al Largo, per poi sfociare in uno sfavillante e mozzafiato Allegro molto. Così si sono susseguiti anche il Concerto in sol maggiore RV 149 per archi e continuo ed il Concerto in do minore RV 401 per violoncello, archi e continuo, sempre eseguiti con la stessa perfezione e gran classe, grazie alla direzione sicura e fortemente ispirata del direttore principale, il Maestro Alessandro De Marchi. Il suono è limpido, precisi sono gli attacchi, pulite risultano le sonorità che danno così vita a ricchezza espressiva ed armonia generale." (Maria Teresa Giovagnoli, MTG Lirica)
"Memorabile serata quella che il 18 dicembre ha visto, sul palco del Teatro G. Verdi di Pordenone, il controtenore David Hansen e una delle formazioni italiane più importanti nel panorama del repertorio sei-settecentesco, l’Academia Montis Regalis diretta da Alessandro De Marchi. Il concerto promuove Rivals. Arias for Farinelli & Co., ultima fatica dell’artista australiano dedicata a Farinelli e altri castrati, quali Gaetano Majorana, Antonio Maria Bernacchi, Giovanni Carestini e Domenico Tempesti. Essi erano vere e proprie idolatrate superstar, le Lady Gaga del diciottesimo secolo, capricciose, lussuriose e stravaganti, che, stando alle cronache, con le loro prodezze vocali mandavano letteralmente in visibilio il pubblico, delirante al grido di “Evviva il coltellino!”. Eternamente in competizione, non solo con i loro antagonisti, ma anche con le primedonne, furono in totoespressione di un’epoca in cui lo stupor, la variatio, l’eccesso, l’affannosa lotta contro l’horror vacui divennero i pilastri portanti della cultura e della società barocca." (Luca Benvenuti, Teatrionline)
Torino, Teatro Regio, Händel, Giulio Cesare
"De Marchi magnificently conducts Giulio Cesare with an ace cast in Turin. This production was musically splendid... Alessandro De Marchi is an expert of Baroque repertoire. He conducted with full control of the orchestra pit and of the performers on stage, as displayed by the particularly outstanding choruses in the opening of the first act (“Viva, viva il nostro Alcide!), in the end of the third (“Ritorni omai nel nostro core”) and in Cleopatra’s epiphany with the resembles of Virtue in “V’adoro, pupille”. The Orchestra del Teatro Regio played competently, incisive and producing a clear sound." (bachtrack)
"Ottima la direzione di Alessandro De Marchi." (Attilio Piovano, Il Corriere Musicale)
La Fenice, Venezia, Rossini, La scala di seta
"... Alessandro De Marchi... si cimenta col repertorio, a dir così, moderno. Concerta con minuzia infinita e gusto preclaro; dirige da vero professionista e con un gesto di esemplare signorilità, atto al pochissimo moto superfluo e invece a comunicare all’orchestra ogni necessario ordine. Speriamo di trovarcelo di fronte in altre circostanze e non solo a Venezia.” (Paolo Isotta, Corriere della Sera)
"A capo di un’orchestra - quella della Fenice un po’ alleggerita – mostratasi duttile e precisa, Alessandro De Marchi ha compiuto un’impresa non facile: esaltarne tutte le buone qualità, farla dialogare a perfezione con i cantanti, trovare sempre il colore ed il tono giusto, donando il massimo rilievo ad ogni pagina della partitura ad iniziare dal una perfetta Sinfonia. Detto in altre parole, è riuscito a consegnare un Rossini musicalmente ineccepibile, sempre vario nell’espressione, pieno di fantasia e di arguzia, giocando con gli interpreti mentre gli strumenti ricamano il canto delle meravigliose trovate rossiniane." (Gilberto Mion, Teatro.org)
"... Compatta e duttile l’Orchestra del Teatro, diretta da Alessandro De Marchi, abile concertatore e bravo nel valorizzare i crescendo e la parola cantata, con una varietà infinita di sfumature del suono..." (Corriere del Veneto)
Teatro Regio, Torino, Rossini, Il barbiere di Siviglia
"Gli elementi di novità vengono dalla direzione di Alessandro Marchi... Fin dalle prime battute dell’ouverture, sviscerata in ogni dettaglio, perfettamente calibrata e pulsante, cogliamo il rapporto fra Rossini e il sinfonismo tedesco e come non mai è valorizzata la maestria della scrittura orchestrale rossiniana in contrappunto alle voci. Una direzione che alla mera brillantezza di suono preferisce sottolineare, non senza disincanto, il perfetto meccanismo teatrale insito nella musica e la trama orchestrale assurge un ruolo di primo piano con il suo ritmo mutevole e incalzante colto in ogni sfumatura ed è portatrice di senso ai fini della drammaturgia." (Ilaria Bellini, Teatro.org)
"Alessandro De Marchi, interprete di riferimento del repertorio barocco, dirige un Barbiere pieno di fascino. È un Barbiere perfetto per le sincronia dei ritmi. Giusti, mai affrettati, neppure nei momenti più vorticosi, come la Stretta del Finale del I Atto o quella del Quintetto del II Atto. È un Barbiere incantevole per la ricercata eleganza delle dinamiche, per il cesello delle sfumature, con una ricchezza di dettagli che esalta gli accompagnamenti e, nel rapporto sincero con il canto, li rende ancora più saporosi ed efficaci. È un Barbiere leggero, ironico, disincantato, gelido quel tanto che basta, come conviene alla musica di Rossini, un Rossini ripulito da ogni turgore, da ogni incrostazione romantica. È un gioiello fin dalla brillante Sinfonia, ha il passo che si richiede per un commedia crudele, un congegno ad orologeria, che De Marchi fa funzionare meravigliosamente assecondato con efficacia dalle Masse artistiche del Regio." (Giancarlo Landini, Operaclick.com)
Innsbruck, Festwochen, Mozart, La clemenza di Tito
"... Alessandro de Marchi, aux commandes du Festival et de ce Mozart, a opté pour une version de l’œuvre qui sort des sentiers battus. Et, surtout, qu’il signe avec son équipe une réalisation musicale assez aboutie, qu’on sera heureux de retrouver au disque ... Sa direction musicale est vigoureuse dans les moments les plus martiaux, mais elle sait aussi se faire dramatique dans les passages qui le requièrent." (La Libre.be)
"Einnehmend dabei das Orchester der Academia Montis Regalis: kraftvoll schon in der Ouvertüre, auf seinen Originalinstrumenten jederzeit klanglich differenziert, von prächtig barock bis lyrisch schlank. Mit angespitzten Tempi und Klangkonturen verlieh De Marchi der Aufführung einen Drive, der die Opera seria zu einer energiegeladenen Angelegenheit werden ließ. Spielerisch-elegant, ja geradezu einlullend die Rezitative, die ungewöhnlicherweise durchgängig von Violoncello und Kontrabass begleitet wurden. Nie hat man das Gefühl, ein Rezitativ oder ein Ensemble würde auseinanderbrechen." (Armin Sattler, ORF)
"Alessandro De Marchi animiert die Mitglieder der Academia Montis Regalis zu frischem, nuanciertem, unterhaltsamem Musizieren." (Stefan Ender, DER STANDARD)
Oper Köln, Donizetti, Anna Bolena
"... dem Gürzenich-Orchester Köln unter der Leitung von Alessandro De Marchi, der eindrucksvoll unter Beweis stellt, dass er nicht nur ein Spezialist für Barockmusik ist, die unterschiedlichen Klangfarben der Partitur differenziert herausarbeitet und dabei stets darauf achtet, die Sänger nicht zu überdecken... "(Thomas Molke, Online musik Magazine)
"... die Musiker des Gürzenich-Orchester... ordnen sich Meister Alessandro De Marchi unter, arbeiten ihm unermüdlich und hoch konzentriert zu und gelangen so zu ungeahnten Leistungen. Mit grazilen, fein ziselierten Anweisungen führt der Barock-Experte „sein“ Orchester behutsam durch die Feinheiten der Partitur, ohne auch nur einen Augenblick die Einsätze von Chor oder Sängern außer Acht zu lassen. De Marchi eröffnet leichter Hand, behutsam und unglaublich bewusst neue Klangwelten längst vergangener Zeiten." (Opernnetz )
"Au pupitre du Gürzenich-Orchester nous trouvons cette fois un chef plus connu pour ses interprétations de musique baroque, Alessandro De Marchi. Et en effet, son interprétation respire un air de classicisme : des tempi généralement allants, peu de rubato et quasiment pas de coupures... on ne peut qu’admirer la tension que de Marchi crée tout au long de la soirée. Les trois heures quinze de musique se passent ainsi sans un seul temps mort. Y a-t-il une louange plus forte pour une production d’opéra ?" (Andreas Laska, ResMusica)
Niedersächsisches Staatsorchester Hannover, Beethoven
"... demonstrierte in der Staatsoper Alessandro De Marchi mit dem Niedersächsischen Staatsorchester Hannover seine Sicht auf Beethoven... Mit klarem Strich, mit punktgenauem Paukenschlag und eher kernig eingesetzten Bläsern erzielt de Marchi erstaunliche Wirkungen. Da staut sich zwar nichts bei der Leonoren-Ouvertüre Nr. 3, da dräut kein Schicksal, aber wenn der Erlösungsjubel ansteht, dann zündet das trockene Pulver. Das war knackig. ... mit Beethovens 8. Sinfonie... De Marchi hält das mechanistische Räderwerk am Laufen und bringt die Musik dennoch zum Pulsieren. Das hat Witz, Charme und Übersicht. Mag Beethovens 7. Sinfonie... als „Apotheose des Tanzes“ gelten, seine 8. Sinfonie wäre dann ein Aphorismus über den Rhythmus. Zumindest wenn sie so geistreich präsentiert wird." (Rainer Wagner, Hannoversche Allgemeine)
Weihnachtsoratorium, John Neumeier Ballett Hamburg, Theater an der Wien, Hamburgische Staatsoper
"… Der Barock-Spezialist Alessandro De Marchi leitete die Wiener Symphoniker mit einem erfrischenden Bach und extremen Tempi…" Verena Franke, Wiener Zeitung
"...Die musikalische Qualität der Ballett-Aufführung nimmt unter den Hamburger Weihnachtsoratorien seit 2007 unbestreitbar die Spitzenposition ein. Alessandro De Marchi leitet eine feine Auswahl aus Opernchor (einstudiert von Eberhard Friedrich) und Hamburger Philharmonikern, die seine vom Tanzgeschehen geforderten ekstatischen, teils rasanten Tempi mit bravouröser Präzision meisterten…" (Hans-Juergen Fink, Hamburger Abendblatt)
Der ausgewiesene Barockspezialist Alessandro De Marchi dirigierte die Philharmoniker und den Staatsopernchor mit viel Einfühlungsvermögen. (Die Welt)
"… Alessandro De Marchi am Pult sorgt gekonnt dafür, dass die Philharmoniker die für sie ungewohnte Musik mit Verve und sehr hohem Tempo zelebrieren…" (Tanznetz.de)
"… Auch der Dirigent Alessandro De Marchi schlug mit den Hamburger Philharmonikern an der Premiere genuin tänzerische Tempi an…"
(Martina Wohlthat, Neuer Zürcher Zeitung)
GLUCK, Iphigénie en Aulide, Theater an der Wien
"...die Wiener Symphoniker, historisch informiert und temperamentvoll angeleitet von Alessandro De Marchi, die rhetorischen Ausrufezeichen und überhaupt die intensiven Affekte der Gluckschen Musik herausprozessierten, die Härten nicht abmilderten und die schlichten Klarheiten in ihrer klassizistischen Schönheit ausstellten, plädierten sie dafür, das Stichwort vom "Shakespeare der Musik" ganz und gar positiv zu nehmen." (Frieder Reininghaus, Deutschland Radio)
“Alessandro De Marchi führt die Wiener Symphoniker und den Schoenberg Chor souverän. Glucks “französische” Melodik, seine vibrierenden Rhythmen, seine raffinierten Farben blühten effektvoll auf.” (Karlheinz Roschitz, Kronen Zeitung Gesamt)
“Flott gestaltete der Experte für alte Musik Alessandro De Marchi sein Dirigat. In symphonisch moderner Besetzung, führte er die Wiener Symphoniker an die Gluck’sche Opernreform heran. Ein eigenwilliger Gegentrend, halten gerade jetzt diverse Originalklangenensembles in anderen heimischen Opernhäusern Einzug.”(Daniel Wagner, Wiener Zeitung)
Innsbrucker Festwochen, La Stellidaura vendicante
"The festival’s artistic director, Alessandro De Marchi, conducted the Academia Montis Regalis in a vibrant performance that reflected the variety of the music with a wide array of instrumental sonorities." (George Loomis, New York Times)
"Festwochen-Chef Alessandro De Marchi lässt mit seiner Academia Montis Regalis ein wahres Feuerwerk an Farben und Effekten explodieren... Man spürt in jedem Augenblick, wie durchdacht alles ist und wie intensiv hier gearbeitet wurde." (Jörn Florian Fuchs, Deutschlandfunk)
"... depuis son clavecin, De Marchi, en osmose avec la scène, dirige brillamment cette partition qu’il a réorchestrée et dont il maîtrise les multiples écueils. Il met en valeur les couleurs instrumentales de l’orchestre baroque et sait ménager le suspense jusqu’au bout. Son enthousiasme et son rayonnement maintiennent une parfaite cohésion entre les chanteurs et l’orchestre." (Elisabeth Bouillon, Forum Opera)
"Dass heute bei alten Opern nur mehr sängerisches Personal mit Know-How Am Sing-Werk ist, ist so selbstverständlich wie die Tatsache, dass die Dirigenten ihre Partituren selbst einrichten. Alessandro De Marchi hat das mit Wissen und Umsicht getan. Er leitet die Aufführung vom Cembalo aus mit vielen überraschen den dynamischen Einfällen und Tempovarianten." (KlassikInfo.de)
"Von De Marchi und der farbreich agierenden Academia Montis Regalis bestens unterstützt, wird bei ihr besonders sinnfällig, wie virtuos Provenzale seine Musik, in ständigem Fluss zwischen Arioso und Rezitativ, aus dem Text und damit der Gefühlswelt der Figuren entwickelt..." (Walter Weidringer, Die Presse)
"Alessandro De Marchi arbeitet mit der Academia Montis Regalis die Klangvielfalt der Partitur differenziert heraus und rundet den Abend zu einem großen, ungewöhnlichen Erlebnis ab." (Thomas Molke, OnlineMusikMagazin)
DVD Monteverdi, L’incoronazione di Poppea Oslo, Norwegian National Opera
“l’edizione approntata da Alessandro De Marchi ... Tesissima, incalzante, scabra come ruvida roccia, asciutta e tagliente in un proliferare di ritmi e d’armonie la cui perenne mutevolezza esalta ogni infinitesima sfumatura testuale nel mentre si riflette in gesti perfettamente conseguenti..” (Classic Voice, 5 stelle)
Hamburg, Hamburgische Staatsoper, Iphigénie en Tauride
“Der Barockspezialist Alessandro De Marchi beweist am Premierenabend einmal mehr, dass er als Klangmagier verzaubern kann. Mit den Philharmonikern verarbeitet er die harmonischen Raffinessen der Partitur zu einem ausbalancierten Musikerlebnis. Klarheit und Schnörkellosigkeit zugunsten einer neuen klassischen Ästhetik, die ohne barocke Opulenz auskommt – eines der Reformbestreben Glucks.” ( Michaela Pfisterer, Financial Times Deutschland)
“Musikalisch ist diese “Iphigénie” über weite Strecken eine Offenbarung. Alessandro De Marchi, in Hamburg als Barockspezialist gefeiert und der einschlägig weitergebildeten Barock-Crew der Philharmoniker bestens bekannt (zuletzt aus John Neumeiers “Weihnachtsoratorium”), zaubert aus Glucks Partitur einen wundervoll schlanken und transparenten Klang, der aber auch die Gefühlsstürme und die barbarischen Tanzeinlagen der Skythen mit viel Blech und Schlagwerk zum Scheppern und Glänzen bringt.” (Hamburger Abendblatt)
"...Vorbildlich, wie schön ausbalanciert, wie flexibel und intelligent das Staatsorchester auf De Marchis Impulse reagiert, wie es die so wichtigen Details in dieser scheinbar unspektakulären, aber eben durch ihre dramaturgische Klarheit zur empfindungsvollen Größe sich steigernden Partitur auszuloten vermag”. (Manuel Brug, Die Welt)
"Welch furiose Wirkung von der 1779 in Paris angetretenen »Iphigénie« ausgehen kann, Dirigent Alessandro De Marchi, Chéreau-Schüler Philippe Calvario und ein fulminantes Ensemble führen es vor. De Marchi, eher stiller Originalklang-Matador, der in Hamburg »Poppea« und »Giulio Cesare« glänzen ließ, steigt von der Bühne hinunter zum Pult des 40-köpfigen »historisch« musizierenden Opernorchesters und führt es zum spannungsvollen Vollzug des musikalischen Dramas: vibratolos, akzentreich, bei aller Wucht der Einfachheit rhetorisch flexibel, leicht." (Wolfgang Schreiber, Süddeutsche Zeitung)
"Es war eine sehr wichtige Premiere für die Hamburgische Staatsoper und eine Repertoirebereicherung ohnegleichen. Christoph Willibald Glucks Meisterwerk gehört zu den abwechslungsreichsten, stringentesten und sowohl musikalisch als auch szenisch spannendsten Opern überhaupt und ist das wichtige Bindeglied zwischen der Barockoper und dem klassischen Schaffen Mozarts und Beethovens.… Die Hamburger Premierenbesetzung hat dabei die Messlatte sehr hoch gelegt. In der Titelpartie steuerte Krassimira Stoyanova einen sicheren Sopran durch die anspruchsvollen und zahlreichen Noten, durch Pianissimi ebenso wie durch nahezu veristische Ausbrüche, dass es eine Wonne war, diesem dynamischen und hoch gespannten Drahtseilakt voll beispielgebender, nie versiegender Intonationsreinheit zuzuhören.… Da müssen auch Oreste und Pylades Handlungsbedarf erkannt haben, denn beide spielten sich als Hassende und Liebende »einen regelrechten Wolf«, was enormen Effekt machte im Zusammenhang ihrer jeweiligen stimmlichen Möglichkeiten … Toby Spencer als Tenor mit Taminostrahl und grandios servierter Bravourarie. … Entsprechend groß war der Jubel und der lang anhaltende Beifall, die das speziell zusammengestellte und im Graben hochgefahrene Philharmonische Staatsorchester unter dem an der Elbe sehr beliebten Alessandro De Marchi vorbehaltlos einschlossen." (Michael Lehnert, Das Opernglas)
"Glänzend disponiert das auf Parketthöhe platzierte Orchester unter Leitung des bisweilen die Aufführung tanzenden Alessandro De Marchi: fließende Tempi, fein ausgeformte lyrische Phrasierungen, energisch eruptive Ausbrüche beim Chor der Skythen mit ihrem exotischen Instrumentarium. Jubel für das musikalische Team." (Jürgen Kesting, Opernwelt)
Innsbruck, Innsbrucker Festwochen, Giovanni Battista Pergolesi L’Olimpiade
“..... Mr. De Marchi could hardly ask for a more auspicious beginning of his festival leadership. The musical variety and style he brought to the performance, coupled with first-rate playing from Academia Montis Regalis, held longueurs to a minimum. There were very few audience defectors during the long evening, and when the performance ended around midnight the performers were greeted with loud cheers.” (George Loomis, The New York Times)
Torino Lingotto, Pergolesi, L’Olimpiade
“....il vero asso nella manica di questa esecuzione è nella bacchetta di Alessandro De Marchi, alla testa di un’orchestra di strumenti originali, l’apprezzatissima Academia Montis Regalis, che suona magnificamente, con quella timbratura anticata morbida ma mai artatamente costruita, affidandosi alla naturalezza dell’involo melodico e alla ricercatezza con cui De Marchi ricama lo strumentale. Subito all’ascolto della Sinfonia, si comprende come la bacchetta del direttore italiano, ormai “barocchista” di fama mondiale, seguendo tempi serrati ma mai nervosamente fine a se stessi, sappia far fraseggiare al meglio un’orchestra che nelle pagine più distese regala momenti di vera emozione. Lo dimostrano le poche battute che introducono al clima pastorale della siciliana di Argene ”O care selve! Oh cara”, nostalgicamente adagiata sul melodizzare di archi che vibrano di un calore reso memore di quella grande tradizione strumentale italiana barocca esaltata da orchestra e direttore come meglio non si potrebbe immaginare.” (Alessandro Mormile, L’Opera)
“Eccellente l’esecuzione musicale: Alessandro De Marchi dirige l’Academia Montis Regalis con passione e senso del teatro, offrendo una lettura estremamente viva e frastagliata. Ad esempio nelle sue mani la splendida aria “Mentre dormi, Amor fomenti” è un momento di magica sospensione....” (Riccardo Cenci, Italia Sera)
Jesi, Festival Pergolesi, Pergolesi, L’Olimpiade
"Pour cette Olimpiade reprise du spectacle de 2002, le Festival Pergolesi avait mis les petits plats dans les grands en confiant la réalisation musicale à Alessandro de Marchi... L’entente entre le chef et les musiciens – on est tenté d’écrire les solistes tant ils sont impeccables et fascinants dans la précision et la subtilité de leur jeu – relève d’une évidente connivence. La direction du premier, aussi continuiste au clavecin, est sobre jusqu’au minimalisme, soulignant à peine les effets à obtenir, et par ailleurs d’une attention aux chanteurs infaillible." (Maurice Salles, Forum Opera)
"A capo dell’eccellente “Academia Montis Regalis” Alessandro De Marchi ha offerto una lettura limpida e teatralissima, nel riuscire a infondere in ognuna delle numerosissime arie un elemento che la distinguesse dalle altre, dall’agogica forte-piano degli archi, allo squillo degli ottoni, ai tempi rapinosi ma sempre nel perfetto equilibrio delle varie sezioni." (Domenico Ciccone, Opera Click)
Hamburg, Hamburgische Staatsoper, Telemann, Flavius Bertaridus
“Am Pult der Philarmoniker steht der Italiener Alessandro De Marchi. Ein Barock-Spezialist. Mit ruhigen, ausladenden Handbewegungen dirigiert er das um einige alte Instrumente ergänzte Orchester, entlockt ihm einen satten, barocken Klang voller Elan und Finesse......” (Jörg Armbrüster, NDR)
"Maestro Alessandro De Marchi... leitete die Hamburg-Premiere hochsensibel und voller Klangfantasie. Manche Passagen, etwa die instrumentale Zwischenmusik am Ende kurz vor der erneuten Inthronisierung des geretteten Flavius Bertaridus klang so quecksilbrig schillernd, wie man Telemann nur selten zu hören bekommt." (Helmut Peters, Die Welt)
"Wie farbenfroh, nuancenreich und differenziert Telemann komponieren konnte, bringt Alesandro De Marchi eindrucksvoll zur Geltung. Der italienische Dirigent unterstrich mit einem in jeder Sekunde präzisen, mit der Bühne atmendem und alle Facetten der Partitur detailliert nachzeichnendem Dirigat seinen Ruf als ausgewiesener Spezialist für die Musik des frühen 18. Jahrhunderts." (Christian Schütte, Opernnetz)
“...was De Marchi mit seiner graziös-reduzierten Zeichengebung aus den Philharmonikern "... "herausholt, ist fantastisch."…"Seine Fassung im Stil der Zeit gibt der Aufführung Spannung und Seele"…"Das geteilte Continuo - ein Cembalo spielt De Marchi selbst - begleitet die Rezitative innig musikalisch" (Tom R. Schulz, Hamburger Abendblatt)
Komische Oper Berlin, Händel, Theseus
"Eine Musik vom Feinsten indes bis ins stürmische Unisono beschert das Orchester der Komischen Oper Berlin mit historischen Zusatzinstrumenten unter der empfindsamen Leitung von Alessandro de Marchi." (Sybill Mahlke, Tagesspiegel)
Oslo, Den Norske Opera, Il ritorno d’Ulisse in Patria
“Under Alessandro De Marchi’s playful leadership they performed with such a crisply resonant dance tone that at times it had a feel of Latin American rhythm and swinging hips.” (Vart land newspaper)